Il 2017 sta ormai volgendo al termine.
E l'italiano medio non ha perso occasione, nemmeno quest'anno, per confermare la sua mediocrità.
Tiriamo quindi le somme, stilando un breve elenco delle stronzate che tutti gli italiani medi hanno fatto durante quest'anno copiandosi e ricopiandosi come durante un compito in classe di matematica in seconda media.
1- Il drone.
Quest'anno tutti hanno comprato un drone. E ci hanno anche fracassato i coglioni con i loro droni.
I video di YouTube Italia 2017 partono tutti co' 'ste riprese dall'alto, manco dovessero fare un documentario e vendere il filmato a National Geographic. Che poi, come lo chiamerebbero? "Casale Monferrato da scoprire" o "Garbagnate Monastero: dall'alto sembra meno una cacata di paese"? Non so, io ne faccio volentieri a meno, ma evidentemente l'italiano medio proprio non gli sa resistere.
2- Cena in vigna.
Ma cosa cazzo ti svigni?
Ma lo sai vero, brutto pezzente, che se hai 4 piante d'uva (che magari proprio tue, manco sono), non significa che tu sia un signore feudale del IX secolo e che nonostante tu ti senta tanto il Briatore dell'appennino tosco-emiliano, fare la "cena in vigna" risulterà una poracciata?
Ho visto grandi tavole allestite in mezzo a filari d'uva (del nonno), candele, tovaglie di fiandra, servizi di stoviglie affittate da catering e servizi buoni tirati fuori dall'armadio dei regali del matrimonio. Ho visto spendere più di quanto fosse possibile per essere all'altezza della cena in vigna fatta il mese precedente dall'amico di sempre.
E niente. Continuate così.
3 - Il viaggio in Kenya/Giappone/Canada/Sudafrica/Grand Canyon
Perché il vero italiano medio, non va in vacanza se non si è prima ben informato sulle mete in voga per quella stagione. Così da poter andare a visitare il Grand Canyon (si perché lui non va in vacanza negli Stati Uniti, va nel Grand Canyon) e trovarci lì una famiglia di italiani intenti a pranzare con il ruoto di pasta al forno portato da casa, con l'ombrellone, le sedie pieghevoli e la radio.
All'italiano medio piace andare in vacanza e trovare altri italiani. E possibilmente in vacanza all'estero, cerca anche la gazzetta, grande luogo comune intramontabile.
4- Lo shabby chic.
Tutto ha un che di trasandochic con lo shabby chic, un po' alla derelicte di Zoolander. L'arredamento deve essere chic e country, opulento, ma un po' scartavetrato e polveroso e possibilmente lasciaci attaccata l'etichetta così si vede il prezzo.
La gente va a comprarsi questi oggetti in legno del peso specifico di una piuma, per poi rendersi conto che attirano un sacco di polvere e che rendono la casa un'accozzaglia di stili diversi e che la cassettiera Malm di Ikea resta sempre la soluzione migliore.
Ma da dove arriva 'sta moda? Ma riprendetevela!
5- Servizio di animazione e babysitteraggio per matrimoni e feste
Ma io dico. Ma la finite di portarvi appresso i vostri bambini mocciosi da tutte le parti? Avete proprio rotto i coglioni. Ma è possibile non si riesca ad avere una conversazione tra adulti? Ma quando voi eravate piccoli, i vostri genitori vi portavano appresso ovunque e vi tenevano al centro dell'attenzione come fate voi con i vostri figli, rendendo imbarazzante qualsiasi forma di socialità over 30? Ma se vi invitano ad un matrimonio, non li potete lasciare a casa alla nonna, alla zia, alla baby sitter che vi pagate voi? No, dovete pretendere il servizio di animazione per i pargoli, perché ce li dovete avere sempre sott'occhio. Brutte psicopatiche maniache del controllo che non siete altro.
E poi, ce la fate a dar loro una strigliata di quelle che li congelano fino al momento del dolce, come faceva mia madre col solo potere del suo sguardo immobilizzatore, o siete delle complete larve senza volto che assecondano i loro figli come delle deficienti?
6- White party.
Non festa in bianco nel senso che non concludi con nessuno. Peggio. E' una festa dove tutti sono vestiti di bianco.
Di bianco.
Ma cosa cazzo vi dice il cervello? Ma proprio di bianco dovevate fare 'sto party? Che poi il bianco ingrassa, ti evidenzia l'ascella pezzata, ci devi mettere sotto le mutande color carne altrimenti ti si vedono, se hai il ciclo passi tutta la serata a chiedere alle tue amiche se ti sei sporcata e in bianco gli uomini italiani sembrano tutti dei narcotrafficanti sudati, con la panza.
E indovina da chi l'avranno copiata sta mentecattata? Dai telefilm americani, ovvio. Quindi giù di white party tutta l'estate sulle home pages di facebook. Benissimo. Anche il 2018, mi raccomando.
7- Barba e hipster.
Con queste avete davvero rotto i coglioni. Ma è possibile che adesso tutti abbiate la barba e vi vestiate come dei deficienti? Ma lo sapete alla voce hipster cosa dice Wikipedia? "In italiano talvolta tradotto come giovani anticonformisti o alternativi". Ma alternativi e anticonformisti de che, che siete tutti conciati alla stessa identica maniera? Avete tutti il pantalone a sigaretta con risvoltino, la caviglia scoperta, la scarpa classica senza calzino, la camicia, la bretella, il farallino, la barba, il capello alla Elvis e la faccia da stronzi. Ma vi rendete conto che vi si confonde, cazzo? Poi non lamentatevi se andiamo con un altro. Cazzo, siete tutti uguali, come vi distinguiamo???
8- Matrimoni.
I matrimoni del 2017 sono stati tutti la stessa identica cosa.
Visto uno, visti tutti.
Tutti con un tema o un colore predominante. Lo stile shabby chic. Le foto da mentecatti. La limousine. Despacito. L'angolo per le foto da mettere su instagram con l'hashtag del matrimonio. I baffi e gli occhiali di cartone attaccati alle cannucce. La ripresa col drone di tutti gli invitati fuori dalla chiesa. Gli stessi invitati vestiti come dei coglioni in barba, bretelle e risvoltini. La torta finta per le foto (finte). Le bomboniere inutili. La lista viaggio. La piscina. Il buffet. La wedding planner. Gli scherzi.
I matrimoni del 2017 sono stati un concentrato di tutti i topics precedenti, dimostrando di nuovo che l'italiano medio anche quando si sposa, lo deve fare con uno standard di qualità che non si discosti da quello di tutti gli altri italiani medi.
No all'avanguardia. Si al conformismo.
E ora?
lunedì 23 ottobre 2017
2017: La cena in vigna, il white party, il drone e il matrimonio. Hai rispettato anche tu i canoni?
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martedì 1 novembre 2016
Eroi invincibili
Allora.
La fortuna è che in questi mesi mi trovo in Italia. Non so ancora se ci resterò o ripartirò.
La fortuna è che do una mano ai miei vecchi con le loro cose: orto, bestie, casa, buttare via roba vecchia, fargli compagnia.
La fortuna è che mi godo quel che mi è mancato per un bel po'. E cioè tutto questo.
La sfiga è che sono in lista di attesa per un intervento e guarda caso, il servizio sanitario nazionale funziona benissimo proprio quando non è necessario e quindi a giorni mi chiamano.
La sfiga è che mio padre un intervento lo ha appena fatto.
La sfiga è che non cammina.
La sfiga è che gli si può rompere quel coso che gli hanno messo al posto dell'anca con una scorreggia di gallina.
La sfiga è il terremoto.
Non lo avevo mai sentito il terremoto, io. Fa paura da bestia, perché non è come la guerra: quella teoricamente, ipoteticamente, utopicamente, la puoi anche fermare. Il terremoto mica funziona che tutti decidono che deve smettere e quello smette.
Ma la cosa che fa più paura è quando cresci e anche se nella vita non hai combinato un cazzo, ti tocca il passaggio del testimone: sei tu che ora ti devi prendere cura dei tuoi genitori.
Non è che proprio non l'ho mai sentito un terremoto. Solo che quelli del 26 e del 30 Ottobre mi hanno devastata. Non per l'evento in se': sto con uno che i terremoti li studia, mi ha ben educata alla questione sisma. Ma per l'incolumità di chi ti sta vicino. Ed è qui che ti senti di dover diventare responsabile di quelli che per una vita sono stati i tuoi eroi invincibili: mamma e papà.
Così è stato ed è tutt'ora in queste ore di panico. Non lo fai, ma vorresti piangere un casino fino a farti venire il mal di testa e gli occhi gonfi. E allora "Papà, se ne viene una brutta ti prendo in spalla, in braccio, ti trascino. Non importa se ti spacco lo spaziatore, quello si rifà. Tu magari piglia qualche antidolorifico nel frattempo. Dormi vestito. Mamma, preparo lo zaino, ci metto le medicine del papà."
...
Non fa per me. Io non ce la faccio. Anche se in questa casa niente è crepato e per ora il vero terrore è nel cuore dei miei compaesani pochi chilometri più a sud, non riesco a fare la doccia per paura di dover correre nuda ad aiutare i miei. Io lo so che crollo. Io ho ancora 8 anni e tengo per mano la mia mamma e la abbraccio e la bacio e piango perché voglio stare con lei e con nessun altro. Io ho ancora troppo bisogno dei miei eroi invincibili e questo fottuto terremoto doveva aspettare un po', almeno fino a quando mio padre sarebbe tornato a correre dietro ai fagiani e ai caprioli e a cristonarmi dietro che sono una pelandrona.
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lunedì 27 giugno 2016
Cicale e vento.
26 Giugno 2016. Il caldo torrido è arrivato da appena un paio di giorni in Italia, ma fortunatamente oggi si è alzato un tiepido vento che asciuga la pelle umida di sudore. Nel quieto e deserto paradiso in cui mi trovo momentaneamente, lo stridio delle cicale non riesce a mascherare il rumore della sfilata di auto che a cadenza ritmata, giunge al cospetto dell'unica dimora presente nelle vicinanze.
Una dopo l'altra, con rispettoso silenzio arrivano dinnanzi al nostro cancello e fanno manovra, per risalire qualche decina di metri ed accostare sulla strada sterrata, di fronte all'ingresso della casa. Non riesco a vedere le persone che ne escono, ma le sento camminare con altrettanto silenzio e sparire nel giardino dei vicini, poi dentro la casa, poi più niente. 10 minuti al massimo. 15 i più temerari e poi di nuovo i passi dalla casa al giardino, all'auto e poi il motore li riporta via.
Una coppia di tedeschi di mezz'età, senza figli, senza chiasso, senza storia.
Arrivati qualche anno fa, quattro, forse cinque, hanno comprato e, con minuziosa cura, ristrutturato la casa qui a fianco, si vocifera ci sia all'interno anche una piccola chiesetta.
Non si sono portati nulla della Germania, mai nessun parente, rari amici. All'inizio c'era un cane, evidentemente ora morto. Due gatti forse. Ma forse autoctoni. Una vita nuova da trascorrere isolati dal mondo, in un paradiso che ora gli apparteneva, con vicini saltuari ed immersi nella natura.
Il posto perfetto per la vecchiaia.
Lei dev'essere verso la fine di un cancro al cervello, lui l'accudisce.
Per questo le auto. Vengono a visitarla, a trovarla per un'ultimo saluto, per curiosare, per vedere cosa vuol dire essere vicino alla fine. E scongiurarla per se stessi.
Pensa che stronza la vita: a 60 anni molli tutto e tutti, vendi quello che hai, cambi nazione, cambi vita. Compri una casa, la sistemi, ti mantieni in forma facendo sport, lunghe passeggiate, mangiando sano, tagliando il prato, aiutando i muratori, rifacendo il tetto, il giardino, i muri, tutto. Finalmente finisci, te la godi due anni la nuova casa, da solo, senza nessun altro, senza legami, senza passato e senza storia.
E ti viene un cancro del cazzo.
Le cicale continuano a fare un gran casino, il vento soffia e noi facciamo anche la grigiata.
Ma si sente che sta arrivando. Questione di ore, pochi giorni.
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martedì 24 maggio 2016
Fame di tutto
Preambolo: ho ritrovato questa bozza di post e la ripropongo nuda e cruda. Credo volessi creare una sorta di diario che registrasse il mio tentativo di smettere di fumare. Solo che lo ho abortito in poche ore.
Alla fine del post seguiranno gli aggiornamenti sulla mia condizione.
Gennaio circa, un giorno imprecisato, Estero.
Ed al momento sono 48 ore che non fumo.
E per ora senza grandi sforzi di volontà.
Si, devo ammettere che la mia fortuna è l'essere una ipocondriaca del cazzo e la mia crisi pneumogastrocardiostomorendo, non si sa da cosa causata, casca proprio a fagiuolo. Mi spiego meglio: verso fine novembre, intenta in una sessione di step estremo nella speranza di perdere 15 kg in un paio di giorni, d'un tratto sento una specie di "CLACK" nel mio stomaco, direi più che altro alla bocca del mio stomaco. E da quel momento ho questo imbarazzante problema che on line viene chiamato col nome di "fame d'aria". Sostanzialmente mi sembra di non riuscire a respirare fino in fondo, di dover sbadigliare per incamerare più aria possibile e più ci penso più la cosa peggiora.
Ora: in rete si trovano solo info che rimandano a problemi di ansia, ma io scialaquo. Al momento sono un pascià. Checcazzo di ansia posso avere?
E poi io ho sentito il "CLACK" a farmi pensare possa essere qualcosa di meccanico accaduto dentro il mio corpo.
Quindi salta fuori una possibile ernia iatale. Ovviamente non grazie a visite mediche le quali hanno solo "confermato" che potrebbe essere un problema di ansia. Semplicemente grazie al maledetto Google.
Quindi mi dico: smetto di fumare perchè sto morendo. Questa la mia autodiagnosi.
Aggiornamenti
24 Maggio 2016, Italia.
Sarà ansia, sarà ernia iatale, sarà la vecchiaia precoce che incombe a 34 anni.
Fatto sta che ancora non sono morta, ogni tanto ho lo stesso problemino e ho pure ripreso a fumare (presumibilmente 20 minuti dopo l'inizio di questo post, in Gennaio).
Per chi fosse interessato, secondo me è ernia iatale. Anche perché prima e dopo i pasti aumenta il problemino "fame d'aria".
Il prima mi fa pensare d'essere il cane di Pavlov.
Tant'è che sembra essersi lievemente placato, ma sempre in allerta.
Forse è ansia. Forse no. Il medico mi dice di si. Io però una bella gastroscopia me la vorrei proprio fare. Ma lui dice che sono una paranoica.
Per ora sopravvivo.
Il fatto è che se avessi solo fame d'aria almeno sarei un'acciughina ora. E invece no. Io ho fame d'aria ma pure di cibo. Sempre.
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lunedì 28 dicembre 2015
PLANETARIA SILVERCREST (Lidl) - PROFESSIONAL FOOD PROCESSOR SKMP 1300 B3
[Aggiornamento al 31 Ottobre 2016: un anno dopo. La macchina resta fantastica. Lievemente rumorosa e se proprio dovessi trovarle una pecca, ci vorrebbe una tacca di potenza intermedia tra lo 0 e l'1, il che eviterebbe qualche schizzo qua e là in caso ci si dimentichi di posizionare il coperchio paraspruzzi. Per il resto va oltre le mie aspettative iniziali! ]
Ok, non c'azzecca niente sta recensione.
Ok, non c'azzecca niente sta recensione.
Ad ogni modo..
Partiamo dicendo che questa planetaria, personalmente, è il TOP!
Per onestà intellettuale devo ammettere che non ho precedenti esperienze circa planetarie varie, ma per le mie necessità questa si sta comportando egregiamente. È vero che da diversi anni spulcio on line e tra negozi vari confrontando le specifiche di vari apparecchi simili tra loro e quindi sapevo già di necessitare di qualcosa superiore ai 700 watt, ma resto comunque una novellina a riguardo.
Acquistata il 30 Ottobre 2015 presso un Lidl olandese al prezzo di € 99,99 la macchina ha da manuale 1300 Watt (quindi direi un'ottima potenza) anche se nel cartellino, nel punto vendita, erano riportati 1400 watt e viene con:
- corpo macchina con scocca in plastica
- capiente bacinella in metallo (circa 6,3 l di capacità)
- 3 ganci (simil K, per impasti tipo pane/pizza e frusta per montare) in metallo
- coperchio in plastica per evitare schizzi o fuoriuscite e coperchietto/imbuto da agganciare al coperchio per inserire gli ingredienti
- frullatore (circa 1,5 l di capacità) da posizionare sulla parte alta del corpo macchina, dove spostando un coperchio del corpo macchina è presente un "aggancio" per lo stesso
- coperchio per il frullatore
Direi che come uso domestico è fantastica, soprattutto se siete amanti della panificazione. Per darvi un'idea, vi do una panoramica delle mie esigenze:
Rinfresco il mio lievito madre ogni circa 4-5 giorni.
Quando panifico (spesso) faccio rinfreschi ravvicinati e lavoro sostanziosi impasti (1400-1500 gr per volta): la macchina non si è ancora MAI surriscaldata. È capitato solo che dopo 40 minuti con impasti medio/duri (pane/pizza/panettone) fosse diventata leggermente tiepida. Oltre non saprei, non ho mai impastato oltre 45 minuti (e comunque sempre impasti impegnativi, non chiare d'uovo).
Faccio spesso dolci di ogni genere.
Utilizzo anche il frullatore sia per frullati che per maionese (anche se per questa prediligo il frullatore ad immersione), hummus, verdure cotte/crude.
Insomma, direi che come minimo, una volta al giorno la uso.
Ma per farvi capire quanto sia soddisfatta vi dico che a novembre l'ho inaugurata facendo due volte il panettone (chi sa di cosa parlo capirà che si può fare solo con la planetaria praticamente) ed entrambe le volte è venuto una favola. Poi sono tornata in Italia portandomi dietro il lievito madre convinta che facendomi prestare la KitchenAid Artisan di mio zio, il mio panettone avrebbe avuto un gran successo. E invece un flop clamoroso! Solo mettendo "le mani in pasta" ho capito quanto sia solo una questione di marketing o di nome del brand, perché in realtà la KitchenAid di mio zio aveva solo 315 watt di potenza (immagino che le pro abbiano miliardi di watt, ma chi si immaginava che KitchenAid non fosse a priori una garanzia di mostruosa potenza?): dopo i primi 5 minuti di impasto il motore ha cominciato a surriscaldarsi terribilmente emanando una puzza di bruciato pazzesca. E panettoni buttati!
Ovviamente tornata in Olanda ho provato di nuovo a fare due panettoni insieme, con la mia amata SilverCrest e niente, non c'è storia: sono venuti di nuovo una favola.
Vorrei precisare che la scocca esterna in plastica non ritengo sia propriamente una nota di demerito: io perlomeno riesco a sollevarla agevolmente per pulire il piano di lavoro. Ho invece trovato la KitchenAid molto più pesante. È sicuramente vero che sarà meno robusta di quest'ultima, ma per costare 100 euro da qualche parte avranno pur dovuto tagliare.
Dopo due mesi pieni di costante utilizzo posso solo consigliarla vivamente. Non so se allo scadere della garanzia, col mio regime sarà ancora in vita, ma se non dovesse essere, per il prezzo direi che ne è valsa comunque la pena, perché le prestazioni sono elevate.
Quindi, se Lidl Italia la ripropone, dato che se non sbaglio in passato hanno fatto uscire un modello simile, accattatevilla!
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domenica 27 dicembre 2015
Il parente di merda.
Dopo più di un anno rientro a casa per il matrimonio del fratello che si era da tempo dato per "sentimentalmente spacciato", ma che evidentemente "c'è speranza per tutti".
Ed io sono felice? Oh certo che sono strafelice. Sono felicissima per lui, per la sua futura moglie che ancora non conosco, per il fatto che rivedrò dopo così tanto tempo i miei genitori. Sono così felice che non sto nella pelle.
Ma?
Ma porcoggiuda sono la solita stronza egoista che si fa sopraffare dalle paranoie. Anziché pensare all'eccitazione che proverò nel vedere il mio fratellone preferito nel giorno che coronerà la sua nuova vita, anziché pensare a che gli sarò testimone di questo nuovo amore, anziché pensare che riabbraccerò i miei genitori (cioè: per il primo mese dopo la notizia è stato così in effetti) ... a checcazzo penso? "Minchia, i soliti zii stronzi mi faranno per l'ennesima volta qualche battutina stronza sul mio stronzissimo peso".
Sì perché nella vita di ogni cicciottello/a c'è sempre il parente di merda che ti chiede se sei ingrassato/a prima di chiederti se stai bene.
E io da brava ragazza da una vita in sovrappeso, non riesco a non fantasticare sui possibili modi di ucciderli moralmente con le mie taglienti e fulminee risposte. Che però non arrivano mai quando ti servono. Perché ogni volta resto di stucco ed imbambolata senza riuscire a proferire parola, lacerandomi il petto di dolore con un forte desiderio di sparire nel nulla.
Ma come cazzo è che esistono ancora persone che rompono i coglioni a una 35enne, circa i centimetri di circonferenza dei suoi fianchi ridicolizzandola irrimediabilmente (spesso davanti ad altre persone) come se avesse 12 anni e di conseguenza umiliando e rendendo insignificante il suo essere cresciuta e donna?
Ma soprattutto: come cazzo è che a quasi 35 anni, con una vita lontana, un compagno, un'esistenza adulta insomma, io riesca ancora a sentirmi una scialba merda insulsa, in grado di mortificarsi e piangere ancora come una bambina per parole sterili buttate al vento con scarsa empatia?
Devo essere proprio una sociopatica sfigata.
Mi sono detta: "ehi, brutta idiota che non sei altro! Smettila di fasciarti la testa prima del tempo con queste inutili scenate da <<oddio non riesco a respirare, mi manca il fiato, sto soffocando, morirò>>! Attendi di vedere com'è la situazione. Del resto potrebbero anche essere diventati tutti intelligenti e aver imparato non solo a farsi i cazzi propri, ma anche ad essere persone sensibili..... .... ... ..
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giovedì 23 luglio 2015
Imparo, imparo, imparo. Un cazzo.
Ve lo ricordate Kintaro Oe? Cos'era? Un anime, un manga? Non lo so io non ci capisco niente di robe giapponesi. Però ogni tanto, da ragazzina, guardavo il cartone animato iper censurato su mtv ed ero affascinata da 'sto Kintaro che ogni tre per due cambiava lavoro, dopo aver appreso l'apprendibile (non prima d'aver soddisfatto cape e/o colleghe). E andava in giro (suppongo) per il Giappone, con la sua bici dicendo "Imparo, imparo, imparo" e cercando di puntata in puntata un nuovo impiego e nuove cape tettone da sollazzare. Beh, trovo bellissima l'idea di imparare il più possibile di un mestiere, per poi trovarne un altro da cui trarre nuovi insegnamenti.
E qui la storia si ripete: mi sono licenziata.
Di nuovo.
Di nuovo.
Cazzo che furbona che sono. Niente. È più forte di me: dopo al massimo 18 mesi devo cambiare. O sclero. Solo che stavolta non ho imparato un cazzo. Oddio. Potrei elencare diverse cose apprese, soprattutto cosa evitare circa il popolo olandese, ma di questo ne ho già parlato a grandi linee nel post precedente.
Il problema non è tanto cosa ho imparato o meno (e quindi quanto tempo ho mal utilizzato della mia vita), bensì che cazzo di problema ho? Perché mi licenzio sempre? Soprattutto: perché quando vedo avvicinarsi la fine del contratto (anche se quasi certa del rinnovo), trac, do le dimissioni? Mi sembra di essere tornata indietro di 15 anni, quando mollavo io i miei "filarini" per paura che mi mollassero prima loro.
È vero, questo lavoro mi ha distrutta, sfruttata, fatto mettere su parecchi chili e sballato completamente il ciclo sonno-veglia (con conseguente costante stato umorale di premestuo ). E sostanzialmente mi sono licenziata per queste motivazioni. Ma non so comunque, in caso contrario, se avessi continuato. Ho paura che 'sta storia dei 18 mesi si ripeterà a vita. Ma quando avrò 50 anni, chi mi si inculerà più per soli 18 mesi?
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